appunti di “cammino”

uno storytelling sul “Quadrante dei Cammini” ( 320 chilometri nelle province di Biella, Vercelli, Novara e Verbania) evento organizzato dagli Amici di Santiago di Novara, dall’Unione delle Pro Loco del Piemonte e dal Cai regionale (30 settembre – 13 ottobre) con partenza e arrivo a Vercelli.

A cura di Ubaldo Gianotti e Maurizio Alfisi

15 settembre 2019

Grande attenzione e interesse per il Quadrante dei Cammini dell’Alto Piemonte che Franco Grosso ed io abbiamo presentato giovedì a Roma al Mibac, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Il Quadrante dei Cammini (circa 250 chilometri nelle province di Biella, Vercelli, Novara e Verbania) è l’evento organizzato dall’Unione delle Pro Loco del Piemonte e dal Cai regionale (30 settembre 13 ottobre) con partenza e arrivo a Vercelli. Si possono fare tutte le tappe o soltanto alcune. Le iscrizioni sono aperte. Info: maurizioalfisi@gmail.com francogrosso.studio@gmail.com. All’evento romano erano presenti tra gli altri il presidente nazionale delle Pro Loco d’Italia Antonino La Spina, il direttore generale del Mibac Francesco Palumbo, il vice presidente dell’Associazione Europea Via Francigene, Francesco Ferrari, Sandro Polci, direttore del Festival Europeo della Via Francigena, il vice presidente generale del Cai Antonio Montani e Ambra Garancini presidente della Rete dei Cammini Italiani.

28 settembre alle ore 19:22 · 

Notevole interesse oggi a Torino al Circolo dei Lettori alla mia presentazione del Devoto Cammino dei Sacri Monti e del Quadrante dei Cammini dell’Alto Piemonte. Nell’immagine, con me l’assessore regionale Antonella Parigi, Renata Lodari presidente Sacri Monti e Armando Buonaiuto coordinatore di Torino Spiritualità.

La RAI trasmetterà un servizio stasera nel TG 3 del Piemonte.

30 settembre alle ore 22:47 · 

E’ partito stamattina dal Duomo di Vercelli il Quadrante del Cammino Alto Piemonte (l’evento organizzato da Unpli Piemonte in collaborazione con il Cai regionale. Utilizzando i percorsi della via Francigena, della via Francisca Novarese, il Cammino di San Carlo e il Cammino Eusebiano , una ventina di coraggiosi stanno affrontano circa 250 chilometri di sentieri e strade bianche, suddivisi in 14 tappe che li porteranno a Novara, a toccare il lago Maggiore, il lago d’Orta, Varallo, Mosso, i santuari di San Giovanni d’Andorno, e di Oropa per fare rientro a Vercelli sabato 13 ottobre. Ecco alcune immagini della prima tappa di 34 chilometri da Vercelli e Novara con le foto di rito sul sagrato del Duomo di Vercelli e l’arrivo davanti alle reliquie di San Bernardo nel duomo di Novara e di alcuni momenti particolari della lunga camminata nella pianura Padana tra un mare di riso, antiche cascine e stupende testimonianze storiche della chiesa dei vescovi dell’Alto Medioevo come l’affresco a Ponzana ispirato alla leggenda tedesca del miracolo dell’impiccato che ha come scenario il Cammino di Santiago

3 ottobre alle ore 17:51

Nell’alto Piemonte nasce il “Quadrante dei Cammini”: un’iniziativa UNPLI Pro Loco e CAI per attraversare lentamente il paesaggio da Novara a Vercelli lungo antichi itinerari medievali…

Una ventina di persone ha camminato per oltre trenta chilometri da Vercelli e Novara. Sono arrivati da mezzo Piemonte e alcuni di loro continueranno per altri tredici giorni, raggiungendo Orta, Varallo, Oropa e tornando a Vercelli sabato 13 ottobre, sempre a piedi. Qui in partenza al Duomo di Sant’Eusebio di Vercelli

Ubaldo Gianotti

4/10/2018 Cammino del Quadrante dell’Alto Piemonte

tappa sul Cammino di San Carlo da Pella a Varallo 

circa 20 km. passando da Arola, La Colma, Cilimo, Pianpresello, Varallo. Temperatura ancora calda di fine estate, percorso parte in ombra in mezzo ai boschi secolari tra faggeti, querceti e castagneti, Franco, Eugenio ed Enrico ci hanno guidati egregiamente illustrando i paesaggi, l’architettura e l’Arte. Plauso

4 ottobre alle ore 11:29 · 

Il gruppo dei partecipanti al Quadrante dei Cammini dell’Alto Piemonte, partito domenica 30 settembre da Vercelli sta per entrare nel Biellese. Lo farà domani con la tappa Varallo-Guardabosone, proveniente dal lago d’Orta (nella foto di Franco Grosso). Domani arriverà a Trivero/Mosso e poi a San Giovanni d’Andorno e Oropa, prima di ridiscendere verso Vercelli.

5/10/2018 Cammino del Quadrante dell’Alto Piemonte

tappa sul Cammino di San Carlo da Varallo a Guardabosone circa 20 km. passando da Roccapietra, lago di Sant’Agostino, Chiesa di S.Maria di Civiasco, Quarona, Isolella, Agnona, Guardabosone. Temperatura mite, boschi e paesaggi fantastici, Franco, Eugenio ed Enrico ,le nostre guide, ci ganno illustrato i nostri tesori ambientali.

Arrivati a Guardabosne, dopo aver gustato un ottimo pranzo al Ristorante Barrique, il Cav Carlo Locca “un grande uomo di cultura” ci ha illustrato analiticamente la composizione dei suoi 4 musei. Cinquant’anni di curiosità e passione per la scienza hanno animato il cav. Carlo Locca nel corso delle sue ricerche, culminate nella sua nutrita collezione ora diventata un museo, punto di riferimento per tutti gli appassionati.

Suddiviso in più sale espositive, raccoglie reperti dell’età della pietra, minerali di vario genere, molti fossili dall’Era Primaria all’Era Quaternaria e centinaia di animali imbalsamati tra mammiferi, rettili e uccelli. Collezioni di centinaia e centinaia di Insetti e farfalle, locali degli Antichi Mestieri dal ciabattino, al fabbro, al falegname, al boscaiolo, al muratore, al sarto, al viticoltore ed una biblioteca con libri di Scienze, Arte e Cultura.Il museo inoltre è immerso nel verde di un meraviglioso parco.

6 ottobre alle ore 23:05 · 

Il Quadrante dei Cammini dell’Alto Piemonte ha attraversato la Val Sessera. Porta d’entrata: Guardabosone. La giornata grigia e piovigginosa del primo mattino, con il miglioramento delle condizioni meteo si è trasformata in una tappa gradevole, piena di piacevoli sorprese storiche, culturali e paesaggistiche. Nel diario fotografico la partenza da Guardabosone, il passaggio vicino alla chiesetta di S. Rocco, la visita al santuario della Vergine Addolorata a Postua e il fantastico incontro con il diacono Pier Luciano Garrone; l’attraversamento della zona minerarie di Ailoche, piante fiorite non molto frequenti, il corroborante ristoro alle 13 al Bar Gabri di Coggiola grazie all’ottima collaborazione con la pro loco del paese, la breve visita a Castagnea alla mostra sul grande pittore Giuseppe Bozzalla con l’incontro con l’ambasciatore del Touring Club biellese Carlo Bozzalla, l’attraversamento del portale d’accesso dell’Oasi Zegna a Trivero e infine il traguardo finale di tappa all’Opera Pia Sella a Mosso. Altri 24 chilometri impegnativi ma ne valeva la pena. Il programma di domani, domenica 7: si riparte per Callabiana e il santuario di San Giovanni in alta Valle Cervo. Grazie a tutti, volontari, guide, compagni di viaggio e pro loco per l’ottima giornata

7 ottobre alle ore 23:48 · 

L’ottava tappa del Quadrante dei Cammini ci ha portato oggi da Mosso a San Giovanni d’Andorno. Una frazione che si è rivelata indimenticabile per tanti aspetti: la folta partecipazione, il tempo bellissimo, i paesaggi. Ma qui desidero spendere qualche riga in più per citarne uno in particolare: l’accoglienza delle pro loco. Siamo arrivati sul mezzogiorno a Callabiana. La pro loco ci aspettava per il ristoro e nella sede c’erano delle tavolate imbandite. Ma siccome avevano pensato che non ci potessimo fermare molto per rispettare la tabella di marcia, ci avevano preparato dei graziosi ma funzionali sacchetti (di carta per non inquinare) con dentro un super panino farcito con i capunit (specialità locale di carne trita e verdure avvolta in una foglia di cavolo), una mela, un dolcetto tascabile più un budino e una bottiglietta d’acqua). E una letterina. Perché tutti ci potessimo portare nel cuore (e nello zaino) il benvenuto della pro loco e ci accompagnasse l’augurio di buon cammino.Siccome stavamo per attraversare zone bellissime ma poco conosciute, ci avevano messo anche un po’ di materiale pubblicitario nell’ipotesi molto concreta che qualcuno potesse tornare per approfondire altri aspetti.

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Poi quasi in vista del nostro traguardo, altra tappa a Quittengo dove la pro loco del paese insieme a quelle di Riabella e Campiglia ci stavano aspettando per la merenda. C’era di tutto e di più ma brillava grande soprattutto lo spirito di collaborazione di queste tre piccole associazioni che avevano unito le forze per dare un caloroso benvenuto a un gruppo di turisti veri (erano tutti appassionati provenienti da tutte le province del Piemonte) dimostrando di aver perfettamente compreso lo spirito che anima questi eventi.

Delle altre emozioni che stiamo provando in questo cammino credo ne parlerà Franco Grosso sulla sua pagina su il Biellese di venerdì. Noi intanto domani andiamo da San Giovanni a Oropa.

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8 ottobre alle ore 23:43

Il Quadrante dei Cammini dell’Alto Piemonte oggi aveva in programma una tappa breve e di tutto riposo dopo le fatiche dei giorni scorsi: abbiamo camminato dal Santuario di San Giovanni d’Andorno al santuario di Oropa. Circa 14 chilometri, praticamente pianeggianti, attorno al Monte Cucco. La giornata di sole e il tracciato privo di reali difficoltà ha permesso a tutti di camminare in totale relax e di lasciarsi ammagliare dalle luci e dai colori stupendi dei faggeti e delle pinete che abbiamo attraversato. Quindi di lasciare spaziare lo sguardo su tutta la Valle Cervo prima di abbandonarla, poi sull’affaccio su Biella prima dell’apparire improvviso del santuario di Oropa. Domani si imboccherà il Cammino Eusebiano per scendere da Oropa a Ternengo e iniziare così l’avvicinamento alla metà finale di Vercelli. Tempo permettendo: perché le previsioni meteo per mercoledì e giovedì sono pessime.

9 ottobre alle ore 22:45 · 

C’erano talmente tante cose da vedere nella tappa odierna da Oropa a Ternengo del Quadrante dei Cammini dell’Alto Piemonte (organizzato da Unpli e Cai Piemonte) che non abbiamo percorso solo i 18 chilometri previsti ma ben 6 in più. Come si può vedere nel diario fotografico, dopo il lungo arrivederci a Oropa, gli “arbo” con le loro eccezionali castagne di quest’anno ci hanno rallentato e appesantiti lungo la discesa verso Case Code. Po,i impossibile non fare una deviazione verso Sagliano per vedere il ponte della Trinità e il suo antico oratorio. Quindi visita al centro di raccolta lane a Miagliano The wool company nel vecchio cotonificio Poma (poi Lanificio Botto), accolti dal titolare Nigel Thompson per parlarci di lana biellese.

Ed è strano che sia un inglese dello Yorkshire a dircelo, potevamo arrivarci da soli. In questa fabbrica di Miagliano arriva la lana meno nobile, proveniente da piccoli allevatori, viene trasformata, lavata e filata per diventare un prodotto finito: maglie, sciarpe, tessuti. Il tutto nel pieno rispetto, qualità e tracciabilità che solo il distretto laniero biellese può garantire. Dopo un ottimo risotto alla Trattoria Miaglianese, sull’erta salita verso Pettinengo, altra deviazione per vedere la chiesetta della Madonna degli Eremiti prima di sbucare davanti alla locanda del Quadretto dove fu firmato nel 1944 lo storico patto della Montagna per rilanciare la fabbriche tessili alla fine della guerra. Poi, finalmente la meta giornaliera, Ternengo con la chiesa e il castello e il paese già tutto decorato per i lavori realizzati dalla scuola di maglieria della pro loco per la Festa della lana che si svolgerà domenica 14. Maurzio Alfisi con la Pro Loco di Ternengo che vent’anni fa si è inventata questa festa. Se non fosse per loro, il più importante patrimonio della gente e della cultura biellese sarebbe rimasto relegato nel meritorio lavoro di qualche azienda e nel lodevole impegno di qualche associazione culturale. Domani, tempo permettendo, si va a Masserano

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9 ottobre alle ore 21:16 · 

Splendido servizio RAI, domenica 7 ottobre, sui Sacri Monti piemontesi, trasmissione “Paese che vai”. Bravissima Linda Angeli. Mentre migliaia di italiani vedevano i Sacri Monti in tv, con qualche decina di biellesi, novaresi e torinesi abbiamo visto le stesse cose dal vivo: da Orta, mercoledì scorso, a Varallo giovedì, a Oropa ieri. Cento km a piedi in sei giorni. Intanto vedetevi la trasmissione, poi arriveranno anche le nostre immagini.

10 ottobre alle ore 20:11 · 

Anche oggi 24 chilometri a piedi da Ternengo a Masserano per la quartultima tappa del Quadrante dei Cammini dell’Alto Piemonte. E non ci siamo annoiati: paesaggio vario, incontri curiosi: dall’originale stele devozionale nel tronco a castagne grosse veramente eccezionali; dall’arredo urbano di frazione Costa entrando in Masserano, al panorama che si gode dal sagrato della chiesa di S. Bernardo. Gran finale a Masserano dove c’è un antico borgo e un Palazzo dei Principi, che farebbe una gran figura anche in più blasonate città, con guida il gentilissimo Sindaco Sergio Fantone; ma i nostri pellegrini hanno gradito anche le proposte gastronomiche di un ottimo ristorante locale. Il tempo ha tenuto (solo una spruzzata di pioggia uscendo da Lessona. Domani, meteo permettendo, si andrà da Masserano a Castelletto Cervo

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11 ottobre 

12° Tappa da Masserano a Castelletto Cervo

Tre impavidi Pellegrini, Eugenio, Mario e Alfredo, dopo aver pernottato al B&B nel Borgo Antico di Masserano,hanno camminato sotto la pioggia passando da San Giacomo di Masserano e arrivando fradici all’Ostello nel bellissimo Monastero “Il Priorato Cluniacense dei S. S. Pietro e Paolo di Castelletto si trova nel territorio del comune di Castelletto Cervo (BI), nella frazione Garella, sita un km circa a sud del capoluogo comunale” .

La Storia: Il priorato di Castelletto viene fondato nel cuore dell’alta pianura vercellese, in un contesto ambientale che nel Medioevo vede la presenza di amplissime estensioni incolte, in larga misura sopravvissute nei secoli sino agli inizi dell’età contemporanea e peculiari dell’ecosistema della Baraggia vercellese e biellese. Già in antico questa zona è solcata da un’articolata rete viaria, nell’ambito della quale spiccano i percorsi Vercelli-Biellese paralleli al torrente Cervo, dai quali si staccano tracciati minori che si inoltrano nelle zone più interne all’altopiano baraggivo. 

La visita del complesso inizia dal cortile antistante la casa parrocchiale: in questo spazio oggi aperto e impreziosito da alcune monumentali robinie pluricentenarie sorgeva un tempo il chiostro del monastero. Le sue strutture di fondazione e alcuni piani pavimentali sono stati scavati tra il 2009 ed il 2012 dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”: quattro gallerie verosimilmente porticate chiudevano sui lati uno spazio aperto, probabilmente destinato in origine a giardino, e definivano un quadrilatero a sud della chiesa monastica – attuale parrocchiale – e ad ovest della manica claustrale, oggi ancora esistente seppure trasformata in casa parrocchiale. Alcune sepolture medievali sono emerse dalle gallerie nord ed ovest, dato che aiuta – nel generale silenzio delle fonti scritte – a ricostruire l’immagine del chiostro, evidentemente destinato a luogo di inumazione, verosimilmente per individui anche con una posizione sociale eminente (tra cui benefattori laici, come denuncia il ritrovamento di uno sperone da cavaliere in una delle tombe).

Era probabilmente collocata nell’area claustrale la grande vasca circolare in pietra, che sino ai primi anni ’80 del Novecento – prima di essere trafugata – era utilizzata in chiesa come acquasantiera. Si trattava con ogni probabilità di una vasca di fontana, forse legata al lavabo. In questo caso l’acqua contenuta all’interno e zampillante per mezzo di dodici teste leonine poteva servire per le abluzioni rituali dei monaci: di certo si trattava di uno dei manufatti più significativi della scultura romanica piemontese, recante incisa anche la firma di tale “Albertus sculptor” e attribuibile al XII secolo.

Nonostante questi interventi la chiesa romanica è tuttavia ancora conservata quasi integralmente nelle sue linee, e alcuni dettagli consentono di intravvederne le originarie connessioni con l’area del chiostro. Una piccola porta, sulla parete della chiesa in prossimità della base del campanile, consentiva la circolazione tra la galleria nord e il transetto: notevole è la ricercatezza della sua struttura, caratterizzata da elementi lapidei scolpiti e da un accurata disposizione dei conci dell’arco e dei frammenti di laterizi di reimpiego nella lunetta. Accanto al portale laterale attuale spiccano i resti di un’altra apertura, ed una terza è ancora leggibile sulla testata dell’avancorpo. Sostanzialmente intatto, malgrado l’inserzione del quadrante affrescato dell’orologio e la risistemazione della copertura, è il campanile, la cui sommità si apre in quattro trifore dotate di colonnine coronate da elementi lapidei scolpiti originali.

La visita prosegue entrando in chiesa tramite l’antico portale romanico: davanti a noi si apre un ampio spazio articolato in tre navate sostenute da pilastri cruciformi, dominato da una fitta decorazione risalente ai secoli XVII-XVIII che nasconde in gran parte le strutture romaniche, perfettamente conservate al di sotto dell’intonaco. Fatta eccezione per le volte, ricostruite in età moderna, pilastri, archi e murature perimetrali sono quelli medievali, come bene si nota nei punti in cui la caduta dell’intonaco (ad esempio sul primo arco destro in corrispondenza della tribuna dell’organo) svela l’ordinato apparecchio in blocchi lapidei accuratamente lavorati. L’ampiezza, maggiore rispetto alle precedenti, dell’ultima campata delle navate laterali prima del presbiterio rivela la presenza di un transetto interno, non aggettante all’esterno.

Nei due piccoli vani di risulta a fianco del presbiterio molto ben leggibili sono resti architettonici medievali sfuggiti alla risistemazione barocca: nell’ambiente a destra, coincidente con la base della torre campanaria, si evidenziano le membrature lapidee romaniche di archi e pilastri ed i resti di una volta in laterizi, mentre nel suo omologo a sinistra oltre ad analoghi dettagli strutturali si può ammirare quanto rimane dell’apparato decorativo della chiesa bassomedievale. Nel sottarco di quello che originariamente era l’arco tra la campata e la navata centrale si scorgono decori ocra sul fondo bianco dell’intonaco a calce, probabilmente riferibili all’inizio del XVI secolo, momento in cui si colloca anche il particolare affresco realizzato sull’originario muro di fondo della navata laterale, costruito in luogo dell’absidiola demolita.

Attribuito alla mano del frescante Tommasino da Mortara, attivo in Lomellina tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, è costituito da una superficie rettangolare divisa in due settori: nella parte destra spicca una insolita raffigurazione della SS.ma Trinità, rappresentata ripetendo la medesima immagine del Cristo. Si tratta di uno schema iconografico medievale che venne meno in età controriformistica, e del quale rimangono altre analoghe realizzazioni anche in area biellese (Benna). Nel riquadro a lato si nota S. Giacomo Maggiore, corredato da alcuni particolari che suggeriscono la narrazione del miracolo di S. Domingo de la Calzada, facente parte della tradizione legata ai pellegrinaggi a Santiago de Compostella. Sono ignote le vicende all’origine di un così particolare tema iconografico, forse da rimandare ad un committente che aveva compiuto un pellegrinaggio alla tomba del santo. La conoscenza della leggenda aiuta a comprendere l’affresco: una coppia di coniugi con un figlio è in viaggio verso la tomba del santo: durante la sosta in una locanda – nella città di S. Domingo de la Calzada – il giovane viene adescato dalla figlia dell’oste che, vistasi rifiutata, riesce a farlo incolpare di un furto non commesso.

12 ottobre alle ore 14:42

Cammino dal Monastero di Castelletto Cervo a Villarboit…

Faceva ancora decisamente fresco stamattina quando siamo partiti da Villarboit per la 14.a e ultima tappa del Quadrante dei Cammini dell’Alto Piemonte, l’evento organizzato da Unpli e Cai Piemonte con l’aiuto delle associazioni della Via Francisca Novarese, del Cammino di San Carlo e del Cammino Eusebiano: trecentoventi chilometri da Vercelli a Vercelli toccando Novara, Orta, Oropa. Ci aspettavano ancora 24 chilometri ma la giornata prometteva bene: sole, paesaggio stupendo con il Monte Rosa che emergeva nella foschia delle nebbie mattutine e i colori pastello dell’autunno nelle risaie dove si sta trebbiando; le architetture di cascine e residenze di campagna e quelle della stessa natura come ad esempio le grandi ragnatele tra le stoppie dei campi appena trebbiati.Dopo il ponte sul Cervo, a Quinto, che pochi chilometri a monte riceve le acque dell’Elvo, abbiamo iniziato a intravvedere la cupola di Sant’Andrea: la nostra meta finale si avvicinava. Siamo entrati in una Vercelli in festa, addobbata di tricolori per il raduno degli alpini intorno alle 13 dal rione Isola e poco dopo abbiamo potuto metterci in posa sul sagrato del Duomo per la foto ricordo. Poi tutti all’ostello dove ci attendevano gli Amici della Via Francigena per un sostanzioso ristoro. La città era in festa per la presenza degli Alpini. Nella bella piazzetta di Palazzo Vecchio, la Sofia di Alvaro Solèr, amplificata fuori da un bar, se la doveva vedere con la Dosolina cantata a più voci da un coro piumato. Dopo l’immancabile scatto con gli alpini, il rompete le righe e il ritorno a casa. Il bilancio del Quadrante dei Cammini è sicuramente positivo: da un lato ci ha permesso di testare le caratteristiche dei tracciati, la segnaletica, i servizi disponibili; dall’altra di mettere alla prova le capacità delle pro loco nel campo dell’accoglienza. Dal punto di vista dei numeri è andata bene: la partecipazione media è stata di una decina di persone con punte di 25 camminanti provenienti un po’ da tutto il Piemonte nelle frazioni in programma nei fine settimana. Abbiamo cercato di sondare anche gli umori dei viandanti: capire dalle loro reazioni se quello che avevano visto e vissuto era stato di loro interesse e gradimento. Risultato: c’è ancora da lavorare ma abbiamo ricevuto tanti applausi e incoraggiamenti a continuare perché la strada è quella giusta. In particolare, oltre alle bellezze dei nostri territori, tutti sono rimasti affascinanti dalle accoglienze delle pro loco: in perfetta sintonia con lo spirito dei Cammini, spontanee e calorose. A nome di Unpli Piemonte, quindi, un grande grazie a tutti i volontari che hanno lavorato sul campo e dietro alle quinte e un arrivederci a presto con altri cammini. 

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Tutto torna. Partiti a piedi da Vercelli due settimane prima, toccata Novara, Orta, Varallo e Oropa, rieccoci in cammino verso vercelli, per chiudere il Quadrante.

Nel primo tratto di strada fuori Villarboit, in attesa di rimettersi tra le risaie, gli uomini se la contano…

Gran finale per noi, attesi e riveriti all’Ostello Sancti Eusebi dagli amici della Via Francigena di Vercelli, 

Ancora una volta abbiamo dimostrato come possono coesistere più esperienze nella stessa azione. In questo tipo di turismo pellegrino che ha in comune un gesto fisico, quello del camminare, si trovano persone che lo fanno per devozione, con un forte legame alla storia e alla spiritualità dei luoghi. Altre si aggregano maggiormente per conoscenza, sfruttando l’opportunità di passare in modo lento in territori per nulla “consumati” dal turismo moderno, ma altrettanto meritevoli.

Le due anime del cammino si integrano con il ritmo dei passi, e in questo modo le emozioni diventano comuni. L’aspetto devozionale è più intimo, personale. Basta poco per esprimerlo, magari con una preghiera silente in un oratorio di campagna, incontrato quasi per caso.

L’aspetto turistico è un andare condiviso, chiassoso, fatto di incontri, di occhi attenti per un fiore sconosciuto o per una ragnatela d’artista, di voglia di sapere. Tutto torna. Ma poi si riparte.

Vercelli 13/10/2018,

è terminato il Cammino del Quadrante dell’Alto Piemonte, da Villarboit a Vercelli, ultimi 20 km. sotto un bel sole tra vecchi cascinali , risaie già trebbiate ed alcune in procinto, siamo stanchi ma felici e sereni.

Passato il Duomo abbiamo avuto un’ottima accoglienza all’Ostello degli Amici della Francigena di Vercelli :olive ascolane e crocchette di patate calde, pizza, focaccia e tramezzini vari con bevande miste un ottimo Prosecco e per finire un caffè di casa Moka. I pellegrini presenti hanno ringraziato di cuore Franco, Maurizio, Eugenio, Enrico, Mario, Gabriella per aver organizzato ottimamente il Primo Cammino del Quadrante dell’Alto Piemonte, un plauso superspeciale ad Eugenio Imperatori che ha camminato tutti i 320 km delle 14 tappe del Cammino.

Bravi, bravi, bravi………..noi siamo pronti per una prossima

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