Visita agli oratori campestri di Carpignano Sesia
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Tutto è pronto per la prima passeggiata a km zero verso gli oratori campestri di Carpignano Sesia. Piazza della Credenza è allestita. Il mercatino con i prodotti locali è pronto.
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Il castello di Carpignano merita sempre una foto ma la visita più approfondita è organizzata per il pomeriggio .
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Ora partiamo per il giro degli oratori. Prima ci fermiamo a Santa Marta dalla caratteristica tecnica costruttiva a spina di pesce con sassi della Sesia.
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Poi di corsa verso San Marco
Di San Marco ci piace ricordare la scritta sulla campana del piccolo campanile “ a fulgure et tempestate libera nos domine ” una delle invocazioni recitate durante la processione per chiedere protezione per i raccolti e la bella tela attribuita al Morazzone. Peccato ora non visibile in attesa dei restauri al tetto. Sempre dritti arriviamo a Santa Maria delle Grazie un tempo oratorio in mezzo ai campi ma all’incrocio di importanti strade di comunicazione verso Novara e verso Briona.
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La festività di questo oratorio è l’8 settembre. Una volta la festa veniva celebrata con grande solennità con suonatoti e musicanti e l’incanto delle offerte. Non possiamo andare a San Michele per la distanza , anche se il luogo con importanti memorie storiche meriterebbe una visita.
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Ci dirigiamo, invece verso San Rocco, “si va alla cappella di San Rocco per andare a Sillavengo”. La ricostruzione del l’oratorio dopo l’abbandono fu voluta dai rugiat i lavoratori addetti alla manutenzione degli argini del Sesia. La devozione di San Rocco come quella di San Sebastiano è legata al manifestarsi di epidemie specie di peste.
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Ci inoltriamo lungo via Sant’ Apollinare per raggiungere l’omonimo oratorio.
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Entra e supplice le ginocchia piegate secondo l’uso, o viandante, nuovamente venera un luogo così santo ‘ Sant’Apollinare è stata una fiorente comunità di monaci e di canonici regolari sino al loro trasferimento ( nel 1500) a Biandrate.
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Qui sopra gli affreschi dell’interno. San Rocco che da il pane a due mendicanti. Santa Marta con il drago ai piedi. Sant Apollinare e Giovanni Battista con la Madonna. Non perdiamo neppure la cappella di sant Onofrio prima di dirigerci verso via sant ‘ Agata .
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‘ Ad Sanctam Agatham’ ben 336 vittime della peste del 1630 furono sepolte li. L’oratorio si presenta spettacolare . Un frammento di affresco raffigurante San Cristoforo ci ricorda che dal guado sulla Sesia arrivavano i pellegrini. Nel 1791 l’oratorio fu restaurato come scritto sotto la curiosa finestrella a cuore . Sull’altare un crocifisso tra Sant’Agata e Santa Anastasia
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Poi torniamo in paese alla chiesa di San Giuseppe . Un tempo cappella del nobile palazzo Perego, Pinzio, Lavagetto. Anche qui apprezziamo gli affreschi dell’interno e le storiche lapidi riferite alla famiglia L’ affresco raffigura San Giuseppe morente con personaggi della nobile famiglia ed i loro rispettivi santi.
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Dopo il pranzo ristoratore nel pomeriggio altro due chicche : Santa Maria di Lebbia e San Defendente. Una bella camminata tra i campi ci porta a Santa Maria Maggiore.
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Santa Maria merita un capitolo a parte . È tutto eccezionale. Il panorama con la bella chiesa tra i campi e sullo sfondo il Monte Rosa. Cosa aspettarsi di più. Ecco il nostro San Pietro che apre la chiesa
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La prossima puntata sarà dedicata interamente a Santa Maria Maggiore
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. Sulla via del rientro un salto a San Defendente che ci protegge dai lupi ( e ne abbiamo bisogno) e dagli incendi.
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E poi nel pomeriggio visita al ricetto ed all’antica chiesa di San Pietro.
Alla Prossima.