Novara – Vercelli/Vercelli – Novara

            

KM 35,1 pianura tra le provincie di Novara e Vercelli 

Tipologia di percorso: in gran parte su strade di campagna a servizio dei campi coltivati a riso, tratti di asfalto. Attraversamenti urbani: Vercelli in uscita e Novara in entrata, Borgovercelli, Casalvolone e alcune frazioni di Casalino e di Novara Gionzana, Casalgiate.

Vercelli e Novara: due città vicine, legate da una antica matrice agricola ma anche separate da altrettanto antiche rivalità di “campanile”, da quella storica a quella economica fino a quella sportiva. Oggi le unisce anche l’Università del Piemonte Orientale.

Il percorso potrebbe essere lineare e più breve (circa 25 km in totale), ma la SS 11 Padana Superiore non è certo il cammino consigliato! Per questo si allungano i chilometri e i tempi sfruttando gli antichi collegamenti tra le cascine. Ma l’incontro, fatto a piedi, con questo territorio agricolo di pianura è esaltante per la ricchezza di particolari, anche storici, nell’architettura dei cascinali e per le cangianti situazioni determinate dalle stagioni.

Il percorso ci permette di scoprire un mondo, quello agricolo, che normalmente non viene preso in considerazione come componente del paesaggio, ma che visto da vicino può diventare uno spettacolo affascinante.

Partiamo da Vercelli :

Da piazza Papa Giovanni XXIII, a sinistra del Duomo di Vercelli, si cammina lungo corso Italia verso Est. Siamo in pratica all’esterno di quelle che erano un tempo le mura cittadine. Raggiunta Porta Milano si prende viale Matteotti in direzione di Milano, raggiungendo il ponte sul fiume Sesia, al termine del quale si prende a sinistra la strada sterrata che corre sull’argine (alt. 126 m, a 2 km da Vercelli).

Sempre seguendo verso Nord la campestre, si sottopassa la ferrovia, si affianca la provinciale n. 11, abbandonandola per raggiungere le ormai vicine case di Borgovercelli. Si arriva alla via che affianca la ferrovia (6,6 km da Vercelli) e all’altezza del sottopasso per la stazione si trova via Tavallini, che si segue per 350 metri. Si va a destra su altra strada per 100 metri, trovando a sinistra una stradina che raggiunge la massicciata ferroviaria e la segue verso Nord.

Dopo un sottopasso stradale, si abbandona la ferrovia per seguire strade campestri tra le risaie, mantenendo in generale una direzione verso Nord. 

La pianura piemontese coltivata a riso offre in ogni stagione emozioni diverse. Il silenzio dell’inverno, con le nebbie e le gelate, ci riporta al letargo della natura. In primavera è il riflesso delle cascine e delle montagne nelle risaie allagate ad affascinarci, ma presto quel mare a quadretti prenderà altre forme e colori, dal verde brillante del riso appena nato fino a diventare a inizio autunno un oceano giallo, profumato di paglia e di graminacee. 

La lunga traversata per campi trova un emozionante attimo di respiro avvicinandosi a Casalvolone e trovandosi ad affiancare la grande corte rurale dell’ex abbazia cistercense di San Salvatore (13,2 km da Vercelli), fondata dai benedettini nel 975. 

Si piega verso Est, trovando la provinciale n. 104 e scavalcando l’autostrada A26, girando poi a sinistra per raggiungere la case di Pisnengo e poi quelle di Fisrengo. Subito dopo si supera la roggia Busca e si abbandona la provinciale proseguendo diritto su strada campestre in direzione del campanile della chiesa di S. Apollinare, una delle sedi piemontesi della comunità I Ricostruttori della Preghiera.

Continuando si raggiunge la provinciale n. 103, dirigendosi a destra verso Sud fino a raggiungere l’abitato di Ponzana(20 km da Vercelli).

Presso la Casa Shalom di Ponzana, comunità alloggio per i malati di alcune tipologie virali, si trova la cappella di S. Martino, dove è stato recuperato un interessante ciclo di affreschi risalenti al XIV secolo.

Da Ponzana si riparte verso Nord con un lungo tratto, circa tre chilometri, su una diritta strada bianca tra i campi di riso fino alla Tenuta Motta, dove si piega decisamente a destra verso Gionzana e Casalgiate (28,2 km da Vercelli), incontrando alcune cascine e aziende agricole.

Le distese a perdita d’occhio delle spighe minute, che s’incurvano in alto per il peso dei chicchi, lasceranno man mano in autunno lo spazio alle polveri delle mietitrebbia in funzione, macchine grandiose che “mangiano” il campo. 

Dietro di loro si accodano i trattori con rimorchi pronti ad accogliere i semi.

Vanno alle cascine, scaricano il riso nei magazzini, in attesa di passarlo negli essicatoi. Se incontrate qualcuno al lavoro, dai loro volti vedrete trasparire l’orgoglio del buon raccolto, risultato delle fatiche di tutto l’anno.

Lasciando Casalgiate e passando a lato di un piccolo campo-volo, è già possibile scorgere il profilo della città di Novara, caratterizzato dall’altissima cupola di San Gaudenzio. Un ultima parte tra i campi ci porta a un’area produttiva e alla strada provinciale 11b.

Seguendo sul marciapiede questa trafficata via si entra a Novara all’altezza del centro commerciale S. Martino, sottopassando la ferrovia. Per via Costa e via Mameli, traversando i giardini pubblici, si giunge in via Fratelli Rosselli e alla Cattedrale di Novara.

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Di particolare interesse:

– la pianura coltivata del riso;

– le due città, Vercelli e Novara, percepite a piedi in entrata e uscita;

– l’Oasi Naturalistica di Casalbeltrame, raggiungibile con una leggera deviazione;

– Sant’Apollinare di Casalbeltrame, sede de “i Ricostruttori”;

– il Santuario della Madonna del Latte a Gionzana;

Cattedrale di S. Maria Assunta

Secondo alcune fonti la primitiva chiesa cattedrale di Novara fu eretta da San Gaudenzio tra il 350 e il 400. La primitiva basilica venne sostituita da edifici romanici tra l’XI e XII secolo. Papa Innocenzo II consacrò il nuovo edificio il 17 aprile 1132. La nuova chiesa a croce latina, con tre navate e matronei, aveva la facciata preceduta da un quadriportico, affiancato da due torri.

Alessandro Antonelli progettò nel 1854 il nuovo edificio della cattedrale. Nel 1857 venne demolito il quadriportico ed in seguito ricostruito in forme neoclassiche, mentre a partire nel 1865 vennero demolite le navate e la cupola della cattedrale romanica. 

Basilica di san Gaudenzio

Costruita su progetto di Pellegrino Pellegrini, fu completata nel 1590. A fine Settecento fu innalzato il campanile, mentre la cupola fu costruita su progetto di Alessandro Antonelli a partire dal 1844 fino al 1862. La statua del Salvatore, di Pietro Zucchi, fu sistemata alla sommità nel 1878, a 126 metri dal suolo

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