Alla scoperta di San Bernardo nel millenario della sua nascita

All’interno delle celebrazioni per il millenario della nascita del santo, si è svolta domenica una gita storico-culturale, al Gran San Bernardo, organizzata dall’Associazione Novarese Amici di Santiago e dal C.A.I. di Novara. Con la partecipazione del Presidente dell’Associazione Amici di Santiago, Enrico Zaninetti e del Presidente del CAI, Mauro Martinengo, mentre Eugenio Imperatori funge da segretario-animatore,  la comitiva di una trentina di persone, a cui si sono aggiunti il prof. Giancarlo Andenna e don Mario Perotti, è giunta in pullman al Gran San Bernardo intorno alla ore 10. Il tempo bellissimo, con sole e vento, presentava nitide le creste dei monti, che si specchiavano nel pittoresco laghetto, attorno a cui, con la grande statua di S.Bernardo, benedicente (1905), innalzato su di un pinnacolo roccioso, si trova l’ospizio e altre strutture di accoglienza. Mentre un gruppo equipaggiato, sotto la guida del Martinengo, decideva di compiere una escursione in quota per giungere  a piedi alla meta, gli altri erano condotti nei pressi dell’ospizio, dove trovavano accoglienza con una bevanda ristoratrice. Alle 12 la santa Messa nella cripta sotto la chiesa principale, quindi il pranzo al sacco, consumato nei locali dell’ospizio. Nel primo pomeriggio  c’è stato l’incontro; molto cordiale, con il prevosto, Jean-Marie Girard, che dopo il saluto al gruppo, ha parlato dei canonici e dei loro compiti,   lodando Dio nella contemplazione del creato e servendo Cristo negli ospiti.  Un giovane chierico, aspirante canonico, ha guidato i partecipanti alla visita del complesso, iniziando dal monumento del gen. napoleonico Dessaix, caduto a Marengo (1800), seguiva la visita del tesoro, ricco di preziosi oggetti di uso liturgico, calici e reliquiari,  tra cui il reliquiario in legno di S.Bernardo (sec.XIII), l’anello del prevosto (sec.XV), varie ferule, pianete e dipinti, che attestano la potenza dell’ordine nel passato. Si confluiva poi nella secentesca chiesa, vero cuore del complesso, con il coro scolpito in legno (1687) e vari dipinti. Si saliva quindi a vedere il canile, collocato all’esterno, in posizione elevata, dove vi erano alcuni esemplari della razza sanbernardo, con le loro istruttrici. I cani molossoidi solenni nella loro struttura ci guardavano miti con i loro grandi occhi neri e ci invitavano a rievocare la loro opera di salvataggio di tante persone che nel transito del colle si potevano perdere per la tormenta e le valanghe. Successivamente abbiamo visitato il Museo, distribuito su quattro piani di una palazzina, con reperti archeologici, attinenti al passo dall’epoca preromana, romana e medievale, con campioni della flora e della fauna della località, con oggetti della vita quotidiana del passato e, da ultimo, con l’iconografia di S.Bernardo. Nel viaggio di ritorno il prof. Andenna illustrava i tempi di S.Bernardo con lo scontro sulla fondazione del potere dell’imperatore e del papa; sottratto quest’ultimo nella nomina dal potere imperiale per essere affidato alle decisioni dei sette cardinali vescovi, suburbicari della sede romana; la conclusione si ebbe con il concordato di Worms (1122), appena prima della canonizzazione del nostro. Dopo l’esposizione dello stato delle interpretazioni contrastanti circa il santo, il prof. Andenna lasciava la parola a don Perotti, che presentava il contenuto del manoscritto di Novara con la vita e i  miracoli di Bernardo. Nobile di Aosta, prete con il ruolo di arcidiacono, Bernardo lasciò tutto per una vita itinerante nel segno della povertà e della predicazione del vangelo, contraddistinta dalla lotta contro l’usura e da miracoli. Tutto ciò non può che essere frutto  di una conversione radicale, che lo porta anche a schierarsi con il papa Gregorio VII contro il re di Germania Enrico IV, che ambiva a diventare imperatore. Canonizzato a Novara nel 1123, e ritenuto taumaturgo efficace (come sant’Antonio di Padova), in varie evenienze dalla nascita di un figlio tanto atteso, al dono della vista e della deambulazione alla protezione contro il flagello delle cavallette, quando alcune sue reliquie vengono portate al passo di Mont-Joux, i canonici ospitalieri (1166) lo considerano particolarmente vicino a protezione di chi viaggia sui monti. Nasce così, proprio al Gran San Bernardo (già Mont-Joux), che abbiamo visitato, la prerogativa di “patrono speciale” della gente di montagna (alpigiani) o che sale occasionalmente la montagna, pellegrini, mercanti, soldati e, poi, oggi gli alpinististi.

Pubblicato da killy20

CREAZIONE SITO PER AMICI DI SANTIAGO NOVARA

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